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Dorothea Roschmann batte in picchiata ai vetri

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La parola nell'occhio grida

una dolcezza assorta

nell'ombra della guida

incombe solo la natura

su per i "tornanti" della sera

il ciglio della strada è insufficiente

per difesa,ancoraggio inerme

la salita degli dei

 

Si stringe a madia la pieve, in fa minore

sostanza elementale di soprano

la vera casa è il viaggio,di contralto

in stabat mater dolorosa

gli archi, juxta crucem lacrimosa

dum pendébat Filius

il basso continuo, lentamente piango, in Pergolesi

come imparare a crescere la transumanza:

un lume ad olio gli occhi restano in asse

lungo il movimento del mare grosso

tutto intorno

s'incurva di lineamenti nitidi mia madre

 

Ho paura. E canto

ai piedi del cervello

dove nessuno può vedermi

altro dai cipressi

-che non hanno braccia-

 

Dorothea  Roschmann batte in picchiata ai vetri

quando gli angeli a bocca chiusa 

fanno le comete

-senza saperlo

mi ritrovo a casa.

 

Eia, Mater, fons amoris...

domani staccherò l'alianto

dai muri

il futuro arriva come un gatto

 Amina Narimi - 11/03/2013 00:26:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]


Grazie Leonora

Grazie Loredana Sei vicina sempre nelle immagini,nelle parole

Cara Cristina sono così al Centro le tue parole! così vere nell’immaginario della tua voce che giungendo a: "sei a casa Amina. Rimani" ho creduto di avere di nuovo una famiglia intorno,una tavola da sparecchiare.Grazie per sempre Cristina

 Leonora Lusin - 10/03/2013 21:11:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Bellissima, notturna come un gatto...

 Loredana Savelli - 10/03/2013 11:58:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Ho percorso la salita insieme a te col cuore in gola: che liberazione l’Eia mater fons amoris! E quel birbante del gatto se la ride...
Stupenda poesia, sapiente e altamente emozionante.
Ciao!!

 Cristina Bizzarri - 10/03/2013 11:24:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

La leggo come un tuo percorso in macchina la sera tardi sul piano del reale. E su un altro piano - ancora più reale - come una consapevolezza che sale lungo un percorso,(non per niente la salita degli dei!), si fa sempre più intensa e struggente: è visione, è emozione, è tuo incanalarti nella musica e nella voce di una donna. Ascolti la sua voce che diventa te, la tua linea femminile (madre), e rivivi in epifania,resuscitandoli e trasformandoli, istanti infiniti di vissuto. E, finalmente, il pianto, la pace: sei a casa Amina. Rimani, e non smettere di scrivere le tua stupende epifaniche poesie.
:-)

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